Limiti per la radioprotezione

Tratto da www.enea.it

La radioprotezione, intesa come studio e prevenzione degli effetti dannosi delle radiazioni sull’organismo umano, è una disciplina relativamente giovane, che ha avuto inizio alla fine del 1800 con la scoperta dei raggi X.

La conoscenza della natura delle radiazioni ionizzanti, l’applicazione della dosimetria, cioè il calcolo della dose assorbita e l’impiego di avanzati metodi di misura, consentono di rendere estremamente efficace la protezione dalle radiazioni ionizzanti.
I tre principi di carattere generale della radioprotezione sono:

  • La giustificazione, che richiede, per ogni pratica con impiego di radiazioni, la valutazione preventiva dei rischi e dei benefici e che i secondi siano nettamente superiori ai primi.
  • L’ottimizzazione, che consiste nell’adozione di tutte le metodiche adeguate a ridurre, quanto possibile, l’esposizione alle radiazioni, secondo alcuni parametri di protezione:
    • la distanza dalla sorgente di radiazioni, all’aumentare della quale il rischio si riduce generalmente come l’inverso del suo quadrato;
    • il tempo di esposizione, che deve essere ridotto il più possibile compatibilmente con le esigenze lavorative;
    • l’adozione di adeguate schermature, che devono essere progettate in considerazione del tipo e dell’intensità delle radiazioni da schermare;
    • Il controllo della contaminazione radioattiva, che deve essere mantenuta entro livelli molto contenuti.
  • I limiti di dose, che sono imposti dalla normativa nazionale vigente1, per lavoratori esposti e individui della popolazione e corrispondono a quelli raccomandati in ambito internazionale dalla ICRP2.

In ragione del tipo di attività lavorativa normalmente svolta, e delle esposizioni potenziali conseguenti a eventi anomali e a malfunzionamenti, i lavoratori sono classificati come lavoratori esposti di categoria A (quelli che possono essere più esposti alle radiazioni) e di categoria B. I limiti di dose per i lavoratori, riportati in tabella a confronto con i limiti per le popolazioni, non devono essere superati in nessun caso durante le normali pratiche con impiego di radiazioni ionizzanti.

Grandezza Limiti per i lavoratori esposti Cat. A
(mSv/anno)
Limiti per i lavoratori esposti Cat. B
(mSv/anno)
Limiti per la popolazione
(mSv/anno)

dose efficace
singolo anno
Dose equivalente (a)

20

6

1

Cristallino dell'occhio

Pelle

Mani e piedi

150

500

500

45

150

150

15

50

50

  1. La dose equivalente misura gli effetti biologici dell'assorbimento di radiazioni su un determinato organo o tessuto e tiene conto della diversa pericolosità dei vari tipi di radiazione.

La classificazione dei lavoratori come esposti a radiazioni ionizzanti è affidata ad un professionista, “l’esperto qualificato”, che deve essere in possesso di titoli di studio specifici a carattere universitario e deve superare uno o più esami abilitanti. L’esperto qualificato definisce, inoltre, la classe di rischio dei locali di lavoro ed effettua un controllo continuo per garantire il mantenimento del rischio a livelli bassi e comunque non superiori a quelli definiti e autorizzati prima dell’esercizio della pratica lavorativa.

Il controllo è svolto a salvaguardia dei lavoratori e della popolazione. Per i lavoratori esposti a radiazioni è anche obbligatoria la sorveglianza sanitaria svolta da medici dotati di opportuni titoli di specializzazione e abilitazione.

Tratto da www.enea.it

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